Il Natale è alle porte: l’inverno si fa più rigido anche in Toscana e un buon bicchiere di vino diventa il compagno ideale per riscaldare le serate in compagnia.

La Toscana è una terra ricca di gastronomia, e non c’è niente di meglio che gustarne le prelibatezze durante le vacanze invernali. A noi piacciono le carni succulente, che si abbinano perfettamente ai nostri vini, come il Prunaio con l’arrosto di Cinta Senese.

Abbiamo anche un altro suggerimento: Chianti Classico Riserva per accompagnare il Peposo all’Imprunetina, un piatto la cui storia ha più di 600 anni.

Peposo all’Imprunetina, un classic della Toscana

Innanzitutto, che cos’è il Peposo all’Imprunetina? Si tratta di un secondo di carne stufata che cuoce per ore in un brodo di vino rosso aromatizzato al pepe. Oggi si possono utilizzare anche altre spezie oppure un sugo di pomodoro. La ricetta originale, tuttavia, creata nel 1400, non prevedeva l’utilizzo dei pomodori perché questi ortaggi non erano ancora stati “scoperti”!

La leggenda: il piatto “del Duomo”

Tutti conoscono Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze – Patrimonio dell’Umanità Unesco, così come il Battistero e il Campanile di Giotto, con i loro marmi policromi e i tetti di coppi rossi. Non si può dire che siano loro gli inventori del Peposo all’Imprunetina, ma sono strettamente collegati alla sua storia.

Roof of Florence Duomo - by mr.donb, Flickr CC

Roof of Florence Duomo – by mr.donb, Flickr CC

Nel 1418, i Fiorentini dovevano costruire la copertura di Santa Maria del Fiore, la cui costruzione era iniziata nel 1296 ed era incompleta. Fu indetta una gara d’appalto per il progetto migliore. Vennero architetti da ogni dove, ma vinse un orafo locale: Filippo Brunelleschi. Rivoluzionando l’architettura del periodo, propose di costruire una volta più piccola all’interno di una cupola più grossa. Dal 1420 al 1436 Brunelleschi utilizzò solo i migliori materiali da costruzione: i coppi rossi cotti nei forni dell’Impruneta, 30 km da Firenze. Questa terracotta, fatta di argilla di galestro, era l’ideale: resistente, leggera ed economica.

Un piatto dopo una lunga giornata di lavoro

La leggenda racconta che Brunelleschi abbia fatto un viaggio per visitare il luogo dove venivano realizzati i coppi e qui, diede vita al Peposo, ma, più verosimilmente, lo gustò soltanto.

I carpentieri dell’Impruneta, infatti, avvantaggiandosi del calore costante dei forni di cottura, vi cuocevano in pentole, lentamente, grossi ritagli di carne immersi nel sangiovese, che veniva pesantemente pepato per coprire il sapore non sempre freschissimo delle frattaglie. Il piatto cuoceva per ore ed era il perfetto coronamento al termine della faticosissima giornata lavorativa, particolarmente gradito durante i mesi invernali.

Chianti Classico DOCG Riserva

Oggi, il Comune di Impruneta e la Italian Food Academy hanno sistemato la ricetta ufficiale: manzo della Toscana, pepe, Chianti, sale e, a chi piace, uno spicchio di aglio. Un piatto che trova il suo abbinamento migliore con il nostro Chianti Classico DOCG Riserva. I suoi complessi aromi di ciliegia, mora, cassis e spezie, sono ideali per bilanciare il sapore deciso e ricco della carne di manzo. Servite questo piatto tipico sulla tavola delle feste con un bel bicchiere del nostro Chianti Riserva: vi garantiamo che i vostri ospiti saranno sorpresi e deliziati.

Viticcio Chianti Classico Riserva DOCG to pair with peposo all'imprunetina

Viticcio Chianti Classico Riserva DOCG