La qualità del vino si costruisce fina dalla vigna e da Viticcio ci abbiamo sempre creduto, è per  questo che da sempre coltiviamo la vigna in modo biologico e biodinamico col massimo rispetto per l’ambiente e per le persone che ci lavorano.

Da qualche anno a questa parte ci siamo spesi sempre di più per causa della sostenibilità e dei vigneti sani. Abbiamo iniziato il percoso per ottenee la certificazione biologica nel 2013, e per il 2017 tutti i nostri prodotti saranno certificati biologici, otto ettari sono già di fatto già biodinamici.

Ma cosa significa, per una cantina, essere biologica o biodinamica? Non significa semplicemente seguire specifiche regole e regolamentazioni per ottenere una certificazione, sebbene importante ma significa abbracciare una certa forma mentis che rispetti i cicli naturali e i tempi di crescita della vite, nell’uso di rimedi e di pratiche di prevenzione naturali contro le malattie, contro le erbe infestanti e i cambi climatici. Questo significa avere pazienza ma anche accettare in una certa misura gli sbalzi di temperatura e i “capricci” del tempo.

I metodi biologici e biodinamici di Viticcio

Il nostro enologo Daniele Innocenti ha risposto ad alcune delle domande più frequenti in ambito di vitcoltura biologica. Leggete e scoprite di più sulla gestione della vigna e come ciò si riflette sul prodotto finale: i nostri vini.

Daniele Innocenti, enologist of Viticcio

Daniele Innocenti

Da quando avete cominciato questa transizione, quali sono le differenze che avete notato nei vini, nel terreno, nel vostro lavoro in generale?

Secondo il mio parere i vini rispecchiano di più il terroir, appaiono più personali ed eleganti, nel loro insieme sono più ricchi.  La produzione, con il metodo biologico, diminuisce ma di conseguenza aumenta la qualità.

Nel terreno si ha una maggior biodiversità delle erbe che ostacola la crescita di erbe infestanti, inoltre, i suoli in generale, presentano una maggiore portanza (capacità e resistenza al calpestio delle macchine).

Quali sono i metodi biodinamici che usate?

Lavorazioni profonde, semine di miscugli d’erbe , impiego di preparati 500 e 501, stimolazione delle difese delle piante e delle piante stesse mediante l’uso d’infusi d’erbe (equiseto , ortica…).

Quali sono le sostanze chimiche ammesse nella coltivazione e produzione di vini non biologici e come si possono riscontrare nei vini? 

Per difendere il benessere delle nostre  vigne usiamo semplicemente rame e zolfo mentre per la produzione dei vini, al momento stiamo facendo delle prove, usiamo solo metabisolfito di potassio.

Di fatto, secondo la normativa bio si possono usare anche altri prodotti ma per nostra scelta preferiamo fare i nostri vini nel modo più natural possibile.

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Quali difficoltà riscontrate nella produzione di vini biologici e che altre aziende non bio non hanno?

Le aziende biologiche hanno maggiori difficoltà nella gestione delle emergenze soprattutto quando non si ha abbastanza tempo per correre ai ripari, si può fare poco contro i cambiamenti climatici e gli eventi atmosferici , che creano danni a volte ingenti. In  questi casi le aziende convenzionali possono far ricorso a sostanze chimiche che aiutano a recuperare il  prodotto.

Nelle aziende bio il segreto del successo è la prevenzione al danno e la corretta gestione vitivinicola.

Inoltre è bene ricordare che nel bio non si fa quantità ma qualità.

Fare agricoltura biologica non è difficile e, a chi me lo chiede, dico che coltivare in modo biologico vuol dire pensare al domani.

Portare avanti un’agricoltura biodinamica è invece un’altra cosa perché oltre alla gestione della vegetazione e del suolo sono coinvolte e connesse al sistema anche pratiche esoteriche che, per la mia personale sensibilità, sono di difficile interpretazione.